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I trattati di libero scambio fanno bene al vino italiano, ma il prezzo medio è in calo
Scritto il 17-09-2019 da Ufficio stampa | Categoria: vino
L’Italia del vino italiano si appresta quest’anno a superare per la prima volta i 6 miliardi di euro di saldo di una bilancia commerciale strutturalmente attiva, sebbene nel primo semestre la crescita (+3,3%, a circa 3 miliardi di euro) sia stata meno vigorosa rispetto al passato.
Sono volate le vendite soprattutto nei Paesi terzi oggetto di trattati di libero scambio. Il Giappone, in particolare, avanza del 15% sullo stesso periodo dello scorso anno, ma anche il Canada, a +4,5% é ormai prossimo a raggiungere la Svizzera al secondo posto tra i top buyer extraeuropei
Questi dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. .
Al pur positivo +3,3% in valore fa da contraltare il prezzo medio del vino in calo, del 5,1% a livello globale sul pari periodo dello scorso anno, con punte del -7,9% per l’area comunitaria.
Giù tutte le principali piazze europee, in primis la top buyer Germania (-10,1%), la cui quotazione media si è fermata a 1,9 euro al litro. Scende anche il prezzo di acquisto in Regno Unito, a -3,6% (-9,9% lo sparkling) e Francia (-9,4%), che detiene il primato del low cost (1,8 euro/l) anche per effetto dei maxi acquisti di sfuso.
Nel complesso, il vino italiano nel mondo (sfuso compreso) è venduto in media a 2,9 euro/litro, nell’Ue a 2,3 euro/litro.