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Serve un progetto per tutelare i Sorì del Moscato
Scritto il 24-04-2019 da Ufficio stampa | Categoria: vino
Negli ultimi cinque anni si sono persi quasi 120 ettari di vigneti di uva Moscato storici non meccanizzabili, i cosiddetti Sorì. Ne “sopravvivono” poco più di 300 ettari. E’ quanto emerso dall’Assemblea dell’Associazione dei Comuni del Moscato (51 Comuni dopo la fusione di Camo con Santo Stefano Belbo, ndr), tenutosi nei giorni scorsi a Santo Stefano Belbo. Il peso economico di questi vigneti sulla denominazione è relativo, ma hanno una valenza storico culturale paesaggistica importante e possono diventare un’attrazione per i turisti.
Una commissione, promossa dall’Associazione dei Comuni del Moscato, insediatasi nell’ottobre dello scorso anno, ha deciso di procedere, come prima azione a una mappatura dei Sorì, per poi valutare le azioni da realizzare, considerando anche uno studio su una menzione dedicata per il riconoscimento del prodotto di queste vigne.
“Tutte le realtà che sono protagoniste di coltivazioni di pregio paesaggistico e produttivo in condizioni di lavoro svantaggiate vanno valorizzate– commenta il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone –. Un modello di questa agricoltura eroica sono i Sorì del Moscato, gli storici vigneti della zona del Moscato d’Asti tra le colline di Mango, Neviglie, Santo Stefano Belbo, che tanti nostri associati, alcuni anche molto giovani, continuano tenacemente a coltivare nonostante difficoltà e incertezze, nonostante nei loro appezzamenti, a causa delle condizioni impervie, siano costretti spesso a dimenticare l’uso dei trattori e dei nebulizzatori per lavorare a mano, pianta per pianta”.
“Si deve intervenire in modo concreto – ha concluso Varrone – sulla valorizzazione di queste aree vitivinicole, non sempre riconosciute dal mercato soprattutto a livello di prezzi. Bisogna considerare infatti che, oltre al prodotto, mantenere questi vigneti non è solo importante dal punto di vista economico, ma anche storico e culturale”.