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Luci ed ombre per l’export di vino italiano
Scritto il 21-03-2019 da Ufficio stampa | Categoria: vino
L’export di vino italiano nel 2018 ha superato i 6,2 miliardi di euro (trainato dagli spumanti), per una crescita in valore del +3,3% rispetto al 2017, a fronte di un calo del -8,1% in quantità. Un buon risultato, ma la flessione della quantità, che dipende solo in parte dalla scarsità della vendemmia 2017, testimonia la necessità di migliorare la competitività dei nostri vini. Anche il fatturato dell’export, che in termini assoluti è ottimo (il migliore di sempre), se confrontato con quello dei nostri competitor presenta qualche criticità.
La Francia, che da sempre é di gran lunga il primo esportatore di vino per valore, ha incrementato il proprio export del 4,8% per un totale di 9,5 miliardi e la Spagna del 5,2% per un totale superiore a 3 miliardi. La performance dell’Italia è stata inferiore alla media degli ultimi 10 anni, caratterizzati da un tasso annuo di crescita dell’export pari al +5,4%. Riassumendo, cresciamo meno di quanto crescevamo in passato e, soprattutto, cresciamo meno dei nostri principali competitor.
Che lo stato di salute del nostro export di vino sia buono, ma non ottimo, è testimoniato dall’andamento delle vendite in Cina, uno dei mercati più interessanti e maggiormente in sviluppo.
Dal report dell’Osservatorio “Vinitaly-Nomisma Wine Monitor” su base doganale emerge che la Cina, a livello mondiale, ha acquistato vino per un valore complessivo di oltre 2,4 miliardi di euro. Market leader è la Francia (903 milioni di euro), seguita da Australia (660 milioni di euro), Cile e Spagna. L’Italia è soltanto quinta con un valore delle vendite pari a 142,3 milioni di euro.