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Valmaggia e Ferrero: “il governo adotti al più presto il piano nazionale di gestione dei lupi”
Scritto il 11-02-2019 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Le segnalazioni dell’alta presenza di lupi su tutto il territorio piemontese stanno ormai portando non solo gli allevatori, ma anche i cittadini di alcuni centri abitati, a temere per la propria incolumità oltre che per quella delle greggi.
La gestione del lupo rientra tra le politiche ambientali di diretta ed esclusiva competenza dello Stato. Lo scorso 25 settembre il Consiglio regionale del Piemonte aveva approvato un ordine del giorno che chiedeva al Governo di giungere, in tempi brevi, all’approvazione del Piano nazionale di conservazione e di gestione del lupo.
“La Regione Piemonte non può rimanere a lungo con le mani legate nell’attesa che il Governo decida– afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Per anni è stato auspicato il ritorno del lupo in Piemonte perché si riequilibrasse la catena alimentare delle nostre Alpi. Il Piemonte ha addirittura messo in piedi un progetto unico di monitoraggio della specie durante le sue migrazioni. Ora, però, non possiamo più aspettare. Il Governo ci dia le indicazioni chiare di quali azioni mettere in campo per proteggere le persone e le greggi, e con quali risorse, poi noi faremo la nostra parte”.
“Già due volte, e l’ultima il 29 novembre 2018 – sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero – il Comitato per Politiche Agricole, che rappresenta tutti gli Assessori regionali, ha richiesto in modo unanime all’attuale Governo di farsi carico della gestione di una situazione che altrimenti compromette in modo definitivo l’attività in primis degli allevatori piemontesi”.
“Risolvere l’emergenza lupo è una necessità – sottolinea il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini -.I lupi incominciano a mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini e rappresentano un forte elemento di criticità per coloro che svolgono attività pastorali ed allevatoriali sulle Alpi e garantiscono il presidio del territorio.Le misure di prevenzione proposte, recinzioni elettrificate e cani da difesa, sono per lo più inefficaci e solo in alcune situazioni utilizzabili. Nessun rimborso, inoltre, può ripagare i margari ed i pastori del danno subito, dello stress imposto, del venir meno del senso del proprio lavoro”.
“L’allevamento e la pastorizia di montagna – prosegue Carenini – sono valori ecologici ed economici di interesse prioritario per il territorio: il mantenimento degli habitat legati ai prati a sfalcio e ai pascoli, la qualità dei prodotti di alpeggio, il valore paesaggistico, ecoturistico e anche culturale delle attività di allevamento e pastorale sono elementi da tutelare senza se e senza ma”. “Il Piano Lupo – conclude Carenini – pur con tutti i suoi limiti, deve essere mandato avanti”.