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Alessandria: l’agricoltura sociale nel carcere di San Michele grazie alla Cia-Agricoltori italiani
Scritto il 11-12-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Cia
Grazie alla Cia e con l’obiettivo del reinserimento, ad Alessandria parte un progetto di agricoltura sociale finalizzato al reinserimento lavorativo, una volta scontata la pena, di chi è recluso. Coinvolta anche la cooperativa sociale Coompany, responsabile della gestione dei terreni agricoli intorno e all’interno dell’Istituto Penitenziario di San Michele. Il progetto si articola in una serie di corsi di avvicinamento all’agricoltura per l’acquisizione di competenze tecnico/pratiche di base (utilizzo di fitofarmaci, guida di mezzi agricoli, sicurezza sul lavoro, uso di attrezzature).
“Un nostro dovere offrire opportunità come queste” ha sottolineato la direttrice delle carceri alessandrine Elena Lombardi Vallauri “ringraziamo questi enti per la loro generosità. I detenuti sono grati per tutto questo, si percepisce che si sentono sulla buona strada”. “Un progetto finalizzato anche alla sicurezza, visto che restituiamo alla società persone che possono subito rendersi utili con un impiego” le parole di Piero Valentini, responsabile dell’area educativa del carcere di San Michele.
“Felici di essere utili” le parole del presidente provinciale della Cia Giampiero Ameglio “è già nostra abitudine organizzare corsi di formazione per manodopera specializzata”. “Per un imprenditore è un dovere etico impegnarsi in un passaggio di qualità come questo. Siamo di fronte – commenta Carlo Ricagni, direttore della Cia – a una opportunità per noi come per i carcerati. C’è chi, una volta scontata la pena, ha trovato un posto di lavoro grazie a iniziative simili. Ora si apre una nuova possibilità” .
“Mi ha colpito il loro interesse e la voglia di partecipare” ha detto Fabrizio Bullano, responsabile dei corsi di formazione Cia “si percepisce la loro voglia di tornare a essere utili”.
Da luglio 2017 la Cooperativa Coompany ha avviato la coltivazioni di frutta e verdura su terreni all’interno della struttura di San Michele. A lavorare i circa 17500 metri quadri di terra, compresi 150 piante da frutta e delle serre, sono gli stessi carcerati, per venti ore a settimana. “D’estate produciamo melanzane, insalata, zucchine, peperoni, oltre ad angurie e meloni, nei mesi più freddi invece spazio a vari tipi di cavoli, broccoli, finocchi, cime di rapa, bietole e spinaci” ha raccontato l’imprenditore agricolo Paolo Bianchi, uno dei responsabili della gestione dei terreni. “L’obiettivo è arrivare a 13 mila chili di ortaggi all’anno e stiamo valutando una commercializzazione in città, con l’allestimento di punti vendita”. Nel frattempo “frutta e verdura provenienti dal carcere già forniscono la Ristorazione Sociale di Alessandria, in viale Milite Ignoto” ha precisato Ahmed Osman, della Cooperativa Coompany.