In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Si amplia la rete irrigua in Piemonte, ma siamo ancora lontani dal livello di investimenti necessario
Scritto il 06-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Il Consorzio Baraggia ha terminato l’impianto per portare l’acqua dalla diga dell’Ingagna a Moncrivello, da dove l’acqua viene poi distribuita nei campi. Prima l’acqua veniva prelevata dal canale di Ivrea.
Il Consorzio sta ora concentrando i propri sforzi sul rifacimento della diga sul Sessera. Il progetto ha avuto il via libera dal Ministero, ma mancano ancora i finanziamenti.
Gli schemi idrici vanno potenziati. Quelli attuali non sono più in grado di reggere le conseguenze del mutamento climatico in atto, caratterizzato da forte piogge concentrate in pochi giorni alternate a lunghi periodi di siccità. Servono interventi strutturali. L’unica reale soluzione è quella di stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza per poi rilasciarla durante i mesi di maggior siccità. A questo scopo é necessario il varo di un vero piano di potenziamento dei bacini di accumulo.
L’art. 49 della Legge finanziaria 2018 prevedeva l’istituzione di un piano nazionale finalizzato a interventi urgenti per la realizzazione dei invasi multiobiettivo, la diffusione di strumenti mirati al risparmio di acqua negli usi agricoli e civili, la pianificazione degli interventi volti a contrastare le perdite delle reti acquedottistiche e a contrastare la siccità e il dissesto idrogeologico.
Come anticipo delle risorse dal Piano Nazionale, era previsto lo stanziamento a breve termine di un finanziamento complessivo da 250 milioni in 5 anni (50 milioni all’anno dal 2018 al 2022), che serviranno a incrementare il sistema degli invasi (che attualmente cattura appena l’11% dell’acqua piovana) tramite opere concordate tra i concessionari e i gestori delle opere idriche già attivi sul territorio e le Regioni e il Governo.
Ammesso e non concesso che il piano venga realizzato, siamo ancora lontani dal livello ottimale di investimenti, necessario per far fronte alla crisi idrica: in Italia si investe ogni anno in questo campo l’equivalente di 30 euro per abitante, in Germania 80 euro, in Francia 90, nel Regno Unito 100. L’associazione dei consorzi di bonifica (Anbi) stima in 20 miliardi il fabbisogno di interventi per completare tutti gli invasi che sarebbero necessari a livello nazionale.