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Più sorveglianza sanitaria per fermare l’invasione degli insetti e dei microrganismi alieni
Scritto il 13-07-2018 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Sono 3.334 le specie aliene presenti in Italia e il circa il 13%, oltre 400, sono considerate invasive. Sono i numeri della banca dati sulle specie aliene di Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, secondo cui dal 2010 a oggi il tasso di introduzione di specie aliene invasive è stato pari a 13,1 specie all’anno.
L’intensificarsi degli scambi commerciali e i mutamenti climatici favoriscono lo spostamento di microrganismi e insetti da un continente all’altro.
Per tentare di frenare questo fenomeno l’Unione europea ha adottato un regolamento che entrerà in vigore il 14 dicembre 2019. Il legislatore europeo ha voluto mantenere l’architettura di base preesistente, come i controlli all’importazione, il passaporto delle piante (e delle sementi), le zone protette, il registro dei produttori e il certificato unico per l’esportazione. Ha invece introdotto nuovi obblighi come la tracciabilità totale e l’obbligo di intervento a carico di tutti quei soggetti che svolgono a titolo professionale una o più attività in relazione alle piante, dall’impianto alla riproduzione fino all’immagazzinamento e al commercio. Insomma, tutti gli attori della filiera sono interessati e non solo chi importa o esporta piante o materiale vegetale (cioè gli oggetti che possono contenere o diffondere organismi nocivi, come i substrati).
Fermare l’invasione di microrganismi ed insetti alieni è molto difficile. E a meno che non si vogliano blindare le frontiere, impedendo l’ingresso di qualunque prodotto vegetale, l’unico modo per frenare l’arrivo di specie aliene nocive è la sorveglianza fitosanitaria.