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I veri margari sono i soli che possono assicurare una gestione sostenibile della montagna.
Scritto il 27-06-2018 da Ufficio stampa | Categoria: montagna
A partire dal 24 giugno, festa di San Giovanni (24 giugno), il giorno in cui inizia tradizionalmente il periodo dell’alpeggio, attraversando le vallate piemontesi, soprattutto nelle provincie di Cuneo e Torino, si possono vedere moltissime mandrie che pascolano su vaste distese a quote molto elevate, anche oltre i 2000-2500 metri sul livello del mare.
I margari un tempo avevano come unica proprietà le loro mandrie: d’estate pascolavano i prati degli alpeggi, mentre d’inverno scendevano a valle e affittavano i prati e le stalle di pianura, spesso costretti ogni anno a cambiare cascina e cercare nuovi prati da pascolare. Oggi molti margari hanno acquistato delle cascine in pianura e, pur senza rinunciare all’alpeggio nella stagione estiva, hanno campi da coltivare e stalle di proprietà dove ricoverare i propri animali nella stagione fredda.
L’alpeggio rappresenta una pratica che incarna al meglio i principi della multifunzionalità agricola. Permette di conservare la straordinaria ricchezza della montagna, tutelando nello stesso tempo le produzioni locali (come i formaggi d’alpeggio) e difendendo il paesaggio alpestre. L’alpeggio é fondamentale per prevenire le calamità naturali.
Conservare gli alpeggi è essenziale per proteggere la montagna. Dopo quasi cinquant’anni di sostanziale disinteresse nei confronti di questo patrimonio rurale in parziale abbandono, si comincia a prendere coscienza delle sue potenzialità. Le Istituzioni devono fare di tutto per evitare che gli alpeggi diventino terra di conquista da parte degli speculatori. I veri margari sono i soli che possono assicurare una gestione sostenibile della montagna. Le Istituzioni devono impegnarsi con molta energia per contrastare speculazioni e truffe, ma tutelare l’attività d’alpeggio in questo momento significa anche adottare con urgenza misure contro la proliferazione dei lupi. A causa degli attacchi dei lupi, che ormai sono arrivati a formare dei pericolosi branchi territoriali, l’allevamento in montagna sta diventando un’attività snervante, quasi impossibile.