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Cia contraria alla menzione “delle Langhe” per la Tonda gentile del Piemonte Igp
Scritto il 20-06-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Ortofrutta
E’ sempre in fermento il mondo piemontese della nocciola. Una coltivazione che in questi ultimi anni ha suscitato speranze di buon reddito e di solide prospettive, è costantemente al centro dell’attenzione dei trasformatori da una parte e degli stessi produttori dall’altra. L’ultimo tema di discussione, in ordine di tempo, è quello della proposta, presentata dal Consorzio Tutela Nocciola Piemonte alla Regione, per modificare il disciplinare di produzione della Igp dando la possibilità agli aventi diritto di indicare sulle confezioni anche la dicitura, o menzione, “delle Langhe”. Possibilità, come già accennato, che verrebbe concessa solo ai produttori di un’ampia zona della provincia di Cuneo (da Albaretto Torre ad Alba, da Mondovì a Santo Stefano Belbo, tanto per intenderci), ed a quella della cosiddetta Comunità montana Langa Astigiana comprese alcune zone residuali dei Comuni di Canelli e Calamandrana.
La proposta ha suscitato non pochi dubbi tra i produttori “fuori Langa” che l’hanno interpretata come un tentativo di classificare la stessa cultivar in partite di serie A o di serie B, secondo criteri meramente territoriali, a prescindere dalla qualità intrinseca della materia prima.
Dopo una riunione d’ascolto tra i coricoltori di Asti e Alessandria organizzata nei giorni scorsi dalle Cia delle due province (presenti i direttori e presidenti Alessandro Durando e Mario Porta per Asti, Gian Piero Ameglio e Carlo Ricagni per Alessandria) in cui i produttori avevano espresso forti dubbi sulla validità della proposta, è ora giunto il chiaro “no” della Cia Piemontese alla richiesta del Consorzio di tutela.
Al termine di una riunione tra i rappresentanti delle Cia di Cuneo, Asti e Alessandria, il presidente regionale Gabriele Carenini ha firmato un documento indirizzato alla Regione Piemonte in cui si dichiara la netta contrarietà della Confederazione alla proposta di menzione “delle Langhe” chiedendo altresì che vengano immediatamente sospesi tutti i procedimenti in merito
I motivi della presa di posizione della Cia piemontese sono sostanzialmente tre: il primo riguarda l’inserimento nell’area di possibile menzione, di alcuni comuni che storicamente non fanno parte e non sono compresi nell’estensione geografica denominata “Langa Cuneese” o “Langa Astigiana”. Il secondo si rifà alla possibilità che altri territori piemontesi (Monferrato, Roero o altri) possano in futuro richiedere menzioni aggiuntive creando un rischioso disorientamento tra i consumatori. Infine si evidenzia che a tutt’oggi non esiste un disciplinare alternativo all’IGP Piemonte a cui possa essere ricondotta la menzione “delle Langhe”.