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Battesimo ufficiale domenica a Canelli, ora l’Asti secco può andare nel mondo
Scritto il 20-11-2017 da Ufficio stampa | Categoria: vino
Dopo i positivi riscontri nell’indice di gradimento dei consumatori in alcune recenti informali uscite nei più diversi luoghi di mescita del sud Piemonte, l’Asti secco ha ricevuto ufficialmente il “battesimo” domenica mattina 19 novembre nella centrale piazza Gancia di Canelli, cuore storico e produttivo dell’area da sempre vocata alla coltivazione di un’uva unica e irripetibile come il Moscato bianco.
Cinquecento, tra viticoltori, imprenditori, industriali dello spumante e giornalisti, si sono riuniti, su invito del Consorzio di tutela, per assistere alla cerimonia che si spera possa essere ricordata come decisiva nella fase di rilancio dell’Asti spumante e di tutto il suo indotto, su un territorio, gran parte del quale riconosciuto patrimonio dell’umanità Unesco, che interessa 52 comuni del sud Piemonte con circa 4000 aziende attive su quasi 10mila ettari di superficie vitata.
Con i vertici del Consorzio al gran completo, dal presidente Romano Dogliotti ai suoi quattro vice Massimo Marasso, Stefano Ricagno, Flavio Scagliola e Gianni Marzagalli, al direttore Giancarlo Bosticco, la cerimonia del “battesimo”, condotta dal giornalista Sergio Miravalle, è vissuta sul racconto della recente vicenda che ha portato alla creazione dell’Asti secco e sulla presentazione della grande campagna promozionale che proprio dall’uscita della versione secca dell’Asti prende le mosse per tornare a richiamare in Italia e nel mondo i valori e le irripetibili caratteristiche di Asti dolce, Moscato d’Asti e da oggi anche Asti secco.
Dopo i saluti dell’assessore regionale Giorgio Ferrero, del presidente della Provincia e sindaco di Canelli, Marco Gabusi e del presidente dell’Associazione sindaci del Moscato Luigi Icardi, è stato Romano Dogliotti a fare i suoi personali auguri al nuovo prodotto ed esprimere la speranza che questa sia la strada giusta per ridare fiducia al comparto, ma soprattutto ai viticoltori che da sempre considerano il moscato la loro principale fonte di sostentamento.
Giancarlo Bosticco ha poi illustrato alla grande platea canellese – la Cia era rappresentata dal presidente nazionale Dino Scanavino, dal vicepresidente regionale Gabriele Carenini, dal responsabile del settore moscato per il Piemonte Ivano Andreos, dal presidente di Agia Asti, Danilo Amerio, dai componenti del Cda del Consorzio associati Cia Filippo Molinari e Fabrizio Canaparo – la storia e gli esiti dell’Asti secco. Dall’esigenza di percorrere strade nuove e più adeguate al mutare del gusto dei consumatori, soprattutto quelli giovani, è nata l‘idea di dare vita ad una tipologia secca dell’Asti spumante che dopo una complessa opera di elaborazione enologica – determinanti in questo caso i contributi tecnici e scientifici del dr. Rocco Di Stefano e del direttore del laboratorio del Consorzio, Guido Bezzo – ha condotto alla definizione di un protocollo di produzione capace di risolvere il problema della presenza, a questi fini addirittura ingombranti, delle note dolci e aromatiche tipiche del moscato.
Nel contempo è stato portato a compimento il non facile iter di modifica del disciplinare dell’Asti docg che oggi prevede anche la nuova tipologia nelle declinazioni “secco, demi sec e dry” che partendo da un’unica base produttiva lascerà però una certa libertà di interpretazione ad ogni azienda. Chiaro esempio della duttilità dell’Asti secco è stato l‘abbinamento gastronomico che gli chef stellati astigiani del San Marco di Canelli, Cascinale Nuovo di Isola d’Asti e Ca’ Vittoria di Tigliole hanno proposto, tra dolce e salato, al termine della cerimonia del “battesimo”.
Dunque, da oggi l’Asti secco è libero di “andare nel mondo” – il nuovo spumante sarà presentato alla stampa anche a Roma il 21 Novembre ed a Milano il 28 – con la convinta adesione al progetto delle maggiori aziende imbottigliatrici del settore (più di 550mila sono le fascette già rilasciate dal Consorzio) in un momento dove, tra l’altro, il comparto del Moscato sta registrando interessanti segnali di speranza commerciale con un +12% di Moscato e solo un –1% di Asti nei primi 9 mesi del 2017.
Ormai in fase di avvio, la campagna promozionale realizzata dall’agenzia AB09 di Torino che ha studiato nuove forme del brand e di riconoscimento dell’immagine, punta ad un riposizionamento verso l’alto dell’Asti, soprattutto in Italia, e potrà contare su un investimento complessivo di quasi sette milioni di euro (1,3 nel 2017, 1,5 nel 2018 e 4 sul mercato USA).
Nella foto: Filippo Molinari, Ivano Andreos e Fabrizio Canaparo con Gabriele Carenini