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Il falò dei margari contro il lupo
Scritto il 20-09-2017 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
In Italia, Germania, Francia e Svizzera alle ore 20 di venerdì scorso decine e decine di falò sono stati accesi sugli alpeggi e sulle cime per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, troppo spesso condizionata da informazioni superficiali, sulla gravità del problema della predazioni da parte dei lupi. Un’ iniziativa simbolica per scuotere le istituzioni.
Quello della proliferazione dei lupi é un problema reale ed urgente, che sta diventando ogni giorno più grave, a cui le Istituzioni devono dare una risposta quanto più efficace possibile ed il più presto possibile, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
Ci sono zone, in montagna ed anche i collina, in cui l’agricoltura, l’allevamento e la pastorizia sono diventate impossibili a causa della pressione del lupo e stanno diventando pericolose anche per quei cittadini che amano fare delle escursioni.
Tutelare i pastori ed i margari, la cui attività in montagna è diventata snervante a causa degli attacchi dei lupi, è almeno importante quanto tutelare il lupo, non solo perché i pastori ed i margari sono l’aspetto più ”romantico” della montagna, ma anche per ragioni molto pratiche: senza di loro la montagna sarebbe ancora più spopolata, con conseguenti degrado dell’ambiente e del paesaggio ed aumento del rischio idrogeologico.
“L’iniziativa – spiega Giovanni Dalmasso, presidente Adialpi – aveva l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché ci sia una maggiore tutela nei confronti degli allevatori di montagna e si trovino delle soluzioni efficaci contro i gravi disagi che sta provocando la diffusione di questo predatore sugli alpeggi: la difesa del lupo non può essere a scapito degli allevatori e soprattutto che senso ha pretendere la salvaguardia dei lupi ed allo stesso tempo accettare la predazione di migliaia di animali domestici ogni anno in tutta Europa? Noi margari non siamo cacciatori di lupi, ma alla politica chiediamo dei provvedimenti prima che sia troppo tardi e non mi riferisco solo al pericolo di attacchi per gli animali ma anche i turisti e chi vive in montagna non è più al sicuro”.