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Asti docg, timori per la tenuta del mercato russo a causa delle contraffazioni
Scritto il 31-08-2017 da Ufficio stampa | Categoria: vino
“In Ucraina, nel giro di tre anni l’Asti falso è passato da un milione a 2,5 milioni di bottiglie – spiega Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg – il dato è stato rilevato su un campione della grande distribuzione da Nielsen, una delle società specializzate con cui monitoriamo costantemente la situazione. Ma se consideriamo tutti i supermercati e anche gli altri canali di vendita, hotel, ristoranti e bar, le cifre lievitano in fretta: parliamo di circa quattro milioni di bottiglie. Un danno enorme non solo dal punto di vista economico, ma anche per lo svilimento dell’immagine del nostro vino”.
A preoccupare i produttori è anche la possibilità che Ucraina e Moldavia facciano da porta di ingresso alla contraffazione sul mercato russo che rappresentava il primo mercato mondiale dell’Asti Docg, con un volume di 15 milioni di bottiglie. In molti casi le bottiglie non contengono neanche vino, ma una miscela di acqua, zucchero e gas.
“Tre anni fa abbiamo intrapreso un’azione giudiziaria con l’Autorità garante ucraina, che ad oggi non ha preso alcuna decisione al riguardo – aggiunge Giorgio Bosticco – confidiamo in un’azione diplomatica e politica condotta dal nostro Governo ed in particolare dall’Unione europea per interrompere questo increscioso atto criminale. Come Consorzio, inoltre, stiamo valutando di organizzare delle conferenze stampa in Moldavia e Ucraina, come già avvenuto nel 2011 a Mosca e San Pietroburgo, per spiegare e sensibilizzate gli operatori e la stampa locale a distinguere il nostro vino da quello falso”.
Mentre il Consorzio pensa alle iniziative da mettere in campo per affrontare e possibilmente risolvere il problema della contraffazione dell’Asti doccg, la vendemmia delle uve Moscato è in corso.
“Per le uve Moscato la resa a 80 quintali/ettaro non sarà raggiunta in diversi appezzamenti, mentre in altre zone – sottolinea il Vice Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – le rese non sono state intaccate dal clima. Le uve si presentano comunque nel complesso belle, soprattutto per chi ha lavorato bene in vigna. Essendo molto asciutte, hanno un peso inferiore al normale. In compenso sono molto profumate”. “Le industrie – conclude Carenini – approfittino di quest’annata meno favorevole sul piano quantitativo per ridurre le scorte”.