In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Cambiamenti climatici e siccità
Scritto il 19-07-2017 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Non solo il Piemonte, ma l’Italia intera sta facendo di nuovo i conti con la siccità. Uno degli aspetti più preoccupanti dei cambiamenti climatici in atto é l‘alternarsi sempre più frequente di periodi di siccità con periodi di piogge intense. Un alternarsi che sta avendo ripercussioni negative di ampia portata sull’agricoltura. Ciò impone una profonda revisione della governance del settore idrico.
“Per l’agricoltura l’acqua è un indispensabile fattore di produzione –afferma il Vice Presidente regionale della Cia, Gabriele Carenni -. Il fatto che le piogge siano sempre più concentrate in periodi ristretti, a cui seguono periodi di siccità, rende urgente l’adozione di misure per stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza per poi rilasciarla durante i mesi in cui manca”.
“Occorre migliorare lo sfruttamento della risorsa acqua e ridefinire i criteri di approvvigionamento idrico -prosegue Carenini -. E’ necessario il varo di un vero piano di potenziamento delle infrastrutture e dei bacini di accumulo. Nove litri di pioggia su dieci vanno dispersi. E’ un lusso che non possiamo più permetterci. Servono anche interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque”.
Cinque i progetti considerati strategici in Piemonte: il rifacimento dell’invaso sul torrente Sessera (provincia di Biella) in sostituzione dell’esistente, gli invasi in prossimità dei torrenti Moiola e Maira-Stroppo, entrambi nel Cuneese; la diga di Combanera, già progettata ma rimasta sulla carta. Non ultimo, il bacino sul torrente Molare, nell’Alessandrino: in questo caso non si tratta di costruire un invaso nuovo ma di rimettere in funzione quello costruito nel 1955 e poi interrato.
L’Unione delle Comunità Montane del Piemonte da tempo insiste anche sulla necessità di programmare con interventi pubblico-privati la realizzazione di piccoli invasi, dai due ai dieci milioni di metri cubi d’acqua, in ciascuna vallata. Questi garantirebbero l’uso potabile, la produzione idroelettrica, il rilascio estivo per l’agricoltura, l’irrigazione di pascoli in quota. Senza contare l’importanza strategica in caso di incendi e calamità, oltre al ruolo turistico, legato al richiamo dei nuovi laghi artificiali.
Tra dieci o vent’anni il problema dell’acqua sarà ancora più serio e non si può più perdere ulteriore tempo. Si deve agire. Chi accusa infine l’agricoltura di consumare troppa acqua per la produzione di cibo deve tenere presente che l’agricoltura non disperde l’acqua, ma la prende in prestito e poi la restituisce al suolo.